Parlando di vini nella storia il filo conduttore che dall'antichità raggiunge i giorni nostri evidenzia come la viticoltura, a parte alcune rarissime eccezioni, sia ricca nelle società floride, e molto meno in quelle in difficoltà.
L'Italia storicamente ha esercitato un ruolo chiave nel mondo dell'enologia, e il fatto che sia il primo produttore mondiale lo dimostra chiaramente.
Si pensi ad esempio alla ricchezza e alla notevole varietà dei vitigni e dei vini cui danno vita, di cui la maggior parte hanno origini molto lontane e rappresentano una testimonianza storica di una cultura millenaria.
In nome della tradizione però, inteso nel significato più stretto del termine, molti vini si sono mantenuti identici nel corso degli anni, e senza che fossero effettuati alcun tipo di intervento migliorativo.
Ovviamente in casi come questo la qualità non veniva sempre privilegiata perchè il vino rappresentava di fatto una bevanda da portare a tavola insieme agli altri alimenti, e non qualcosa di più ampio da cui trarre piacere.
Di certo non si poteva pensare di abbinarlo con un certo criterio ad altri cibi: per cui si consumava vino bianco pero accompagnare qualsiasi piatto anche di carne; e allo stesso modo il rosso veniva accostato a piatti delicati.
La fine del Novecento da un certo punto di vista ha registrato una vera e propria svolta: il consumo di vino generale è diminuito ma si è innalzata notevolmente la qualita, ovvero si beve meno, ma meglio.
Ciò è dovuto principalmente al fatto che il vino ha perso il ruolo di alimento per assumere una funzione propria: oggi infatti si consuma un calice di vino per il puro piacere del suo sapore indipendentemente da una questione di pasto.
Questa tendenza ne ha completamente modificato l'immagine: 50 anni fa ad esempio bere vino era solamente una routine, mentre oggi una bottiglia prestigiosa dona grande onore e un forte componente di fascino a chi la possiede.
L'alta qualità dei prodotti ha moltiplicato l'interesse verso questo mondo; così si è scoperto che il vino, se consumato regolarmente e in quantità moderata, fa bene alla salute e mantenere sotto controllo il livello del colesterolo.
Con il passare degli anni il consumatore è diventato molto più esperto e attento, rinvigorendo una tendenza sempre più diffusa per il vino e la sua "cultura".
Il pallino tutto italiano per i prodotti di qualità ha contribuito non poco a educare al consumo, e l'attribuzione delle Denominazioni di Origine, permette al consumatore di orientarsi nelle scelte con le garanzie necessarie.
La fama notevole che hanno assunto negli anni gli enologi italiani ha suscitato un grandissimo interesse anche all'estero, dove i numeri sulle esportazioni fanno registrare nuovi record ogni anno.
Non sono neppure mancati paesi che hanno importato uve quali il Sangiovese per allevarle e unirle ai propri vitigni.
Gli straordinari successi ottenuti dai vini italiani nei maggiori concorsi internazionali confermano il nostro ruolo di assoluti leader a livello mondiale.
E di questo sicuramente dobbiamo ringraziare uno dei maggiori responsabili, la nostra terra, così uguale e così diversa ma sempre incredibilmente feconda.
In realtà però un esperto sommelier riesce a riconoscere senza troppe difficoltà la provenienza geografica di un vino, e trovare connotazioni che un vino possiede esclusivamente se prodotto in un determinato territorio.
L'importanza della terra di produzione è un indice che certifica quanto il vino sia un prodotto naturale e genuino, ottenuto unicamente dall'uva che modifica le sue caratteristiche in base alle particolarità ambientali come tipo di terreno il microclima e l'esposizione agli agenti atmosferici.
La geografia italiana non solo a livello enologico non ha pari al mondo nella sua varietà: abbiamo infatto una sterminata quantità di terreni di diversa natura e origine che permette di ottenere una produzione estremamente variegata di vini, ciascuno dei quali con le sue caratteristiche davvero uniche.